Il contributo dell’efficienza energetica alla ripresa dell’industria italiana

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Una recente indagine FIRE ha confermato che i saving energetici ottenibili da un Sistema di Gestione dell’Energia ISO 50001 possano superare il 5% dei consumi aziendali. Questo dato evidenzia, se ce ne fosse ancora bisogno, l’importanza di avvalersi di schemi studiati e non improvvisati, di procedure certificate che assicurino il superamento di cattive abitudini a favore di best practices virtuose nate nelle aziende leader nell’innovazione di procedure e prodotti.

Come richiesto dal Decreto 102, il più recente ed innovativo mondo dell’energy management, forte degli errori commessi in passato, non può che basarsi su competenze (individuali o aziendali) e servizi certificati. Per questo, dopo il primo anno di deregulation, a partire dal 19 luglio 2016:

  • Le diagnosi energetiche obbligatorie (DEO) potranno essere eseguite solamente da soggetti certificati: Esperti di Gestione dell’Energia (UNI 11339), Energy Service Company (UNI 11352) ed Auditor Energetici (UNI 16247-5)
  • Le nuove richieste di Certificati Bianchi potranno essere presentate al GSE solo da società con un Esperto di Gestione dell’Energia certificato UNI 11339, da società con Sistema di Gestione dell’Energia certificato ISO 50001 oppure, indirettamente, tramite ESCo certificate 11352

Le competenze richieste agli operatori di questo nuovo mercato sono quindi di carattere manageriale e trasversali (tecniche, economiche, normative, gestionali). Per fare efficienza energetica l’energy manager deve iniziare un percorso di riorganizzazione dei processi aziendali, coinvolgendo tutti gli attori del sistema, dalla manutenzione all’ufficio acquisti. È inoltre evidenziata l’importanza della modellizzazione e dell’analisi del dato: il comportamento energetico di un’azienda è descrivibile tramite equazioni che permettono di prevedere e controllare i consumi.

Tornando agli obblighi introdotti dall’Articolo 8 del Decreto 102, il secondo elemento che segnerà la fine del periodo di rodaggio sarà proprio una più stringente richiesta di dati misurati. ENEA sta coordinando un tavolo di lavoro che si pone l’obiettivo di definire le modalità ed i criteri minimi che le aziende dovranno adottare nella costruzione dei sistemi di monitoraggio da cui attingere per le analisi della prossima DEO. Alcune proposte vanno nella direzione di introdurre un consumo minimo da monitorare in continuo (per esempio il 40% del totale) lasciando alle aziende la scelta di dove installare i misuratori; altre proposte si rifanno alla struttura energetica a livelli (A-B-C-D), richiedendo un sistema che permetta di avere, anche per differenza, i consumi aggregati delle 3 macro aree del livello C (consumi di processo, servizi ausiliari e servizi generali).

Entrambe le proposte sono molto ambiziose e segnano un punto di svolta nell’energy management. È l’affermazione del principio secondo cui per migliorare devo conoscere e per conoscere devo misurare ed analizzare (adeguatamente) quello che ho misurato. Le attività di misurazione, analisi e gestione dei dati energetici aziendali abilitano un percorso di miglioramento continuo in cui le risorse liberate dagli interventi di energy saving vengono reinvestite in ricerca e sviluppo.

Procedendo in questa direzione, grazie all’applicazione di standard riconosciuti a livello internazionale, la razionalizzazione dell’uso dell’energia potrà ampiamente ripagare lo sforzo di adeguamento.

 

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